From AirCrashPO Team; Professor Ago Alberti; 2012

Dear Friends,

Here is the witness from Mr. Igino Paghini, who lives in a small village

S of Milan.

He and his brother Rino Paghini (deceased a few years ago), were the

civilians who rescued Lt Burt and Sgt Greeth after their bailing out

from the crashing B-26 on Set. 23, 1944.

The two American airmen where hid at Tainate and at Gaggiano (two very

small tonws S of Milan).

Mr. Igino Paghini and his friend Dorio (he is still alive too and lives

at Noviglio), then conducted Lt. Burt and Sgt. Greeth to Switzerland

waking across 40 Kms of

German and fascist held territory.

It seems a quite interesting witness...

Will visit Mr Paghini and his friedn Dorio as soon as possible, in order

to get more info, data and so on.

Sincerely,

Ago

Ieri sera sono riuscito a parlare telefonicamente con il Sig. Iginio Paghini.

Lui e il fratello Rino (ormai deceduto) nascosero il sergenti Creeth e Burt.

Iginio, nonostante l'età e le condizioni di salute, si è dimostrato disponibile fornendomi parecchi riscontri e

ulteriori "piste" da seguire.

Riassumendo la chiacchierata :

I sue fratelli nascosero prima a Tainate e poi a Gaggiano (probabilmente in Via Roma 3) i due sergenti.

Questi furono condotti da Igino e un amico, tal Dorio (è ancora in vita ed abita a Noviglio, lo troverò) in Svizzera.

Ho chiesto ripetutamente al testimone quali formazioni partigiane avessero contribuito ad aiutarlo nel viaggio in Svizzera,

ma non mi ha parlato di nessuna formazione partigiana.

Iginio mi ha detto testualmente: "Non ero un partigiano".

Trovo difficile e soprattutto pericoloso pensare ad una scampagnata di 40 chilometri senza appoggi e nascondiglio.

Al momento , fino ad ulteriori sviluppi (trovare Dorio), rimango sulla traccia che porta i sergenti fuggiti in Svizzera

grazie all'aiuto di due persone di Gaggiano/Tainate.

Alla domanda leggermente sfacciata se gli furono consegnati dei soldi dagli avieri la risposta è stata affermativa,

anche se sottolineando "Non molti".

Inoltre, i resti dei tenenti Petersern e Braden furono seppelliti nel cimitero di Noviglio ( e non di Mairano di Noviglio).

Subito dopo la guerra una commissione americana, dopo una ricerca in cui fu contattato anche Igidio, inumò le salme.

Quella di Petersen è sita nel cimitero militare di Firenze mentre quello di Braden fu probabilmente riportato in patria.

Andiamo avanti.

Saluti

Fabio

-----Messaggio originale-----

Inviato: martedì 11 dicembre 2012 23:32

A: Pomi Fabio; Agostino Alberti; Diego Vezzoli; Stefano Daniele Merli

Oggetto: Re: ricostruzione aereo caduto a pieve albignola

Fra le notizie del bollettino del QG delle FFAA del 17 luglio 1943 compare:

<<.... Anche su località delle provincie di Alessandria, Savona, Bologna, Parma e Reggio Emilia sono stati lanciati bombe e spezzoni che hanno causato lievi perdite alla popolazione. Due quadrimotori colpiti dai mezzi di difesa sono precipitati, uno presso Traversetolo (Parma) e l'altro presso Mirandola (Modena). Alcuni uomini degli equipaggi sono stati catturati....>

> Ipotizzando che il troncone di coda della fotografia appartenga al Lanc abbattuto da Ammanato sul letto del Ticino, a Traversetolo e Mirandola cosa sarà mai caduto?

Anche perché pare che, durante le azioni contro le centrali elettriche di metà luglio, il BC abbia perso sul suolo italiano solo un Lancaster.

Andrea

----- Original Message -----

From: "Pomi Fabio"

To: "Andrea Thum""Agostino Alberti" <>; "Diego Vezzoli" <"Stefano Daniele Merli"

Sent: Tuesday, December 11, 2012 9:40 AM

Subject: R: ricostruzione aereo caduto a pieve albignola

> Ciao a tutti,

> > il Lancaster in questione potrebbe essere questo:

> > " LA CACCIA NOTTURNA 1a parte

> > Il 60° Gruppo del 41° Stormo, comandato dal maggiore Mario Curvo,

> passò il 21 ottobre 1942 dall’aeroporto di Treviso, dove era presente

> il primi Nucleo Addestramento Intercettori, a Lonate Pozzolo, con la

> 235ª Squadriglia, al comando del capitano Aramis Ammannato. I Me.110

> furono utilizzati esclusivamente per l’addestramento presso la 235ª.

> Alla data del 15 maggio1943, presso lo Stormo, i bimotori Do.217 GJ-1

> (senza radiolocalizzatore), erano sette, mentre quelli della versione

> J-2 (con radar Lichtenstein a bordo) erano otto………….La tenue luce di

> una lampada a fondo pista guidava la corsa del velivolo. Il Do.217,

> nominativo radio Saetta 1, pilotato dal capitano Ammannato e con

> l’equipaggio formato dal sergente marconista Gino Russo e dal 1°

> aviere motorista Giovanni Tempo diresse il velivolo verso la zona di

> Cislago, a sud di Tradate, in attesa degli incursori.

> Dopo il decollo, il bimotore della 235ª Squadriglia, guidato da

> terra, avvistò un quadrimotore Stirling alla quota di 500 metri.

> Ammannato si posizionò in coda al bombardiere, ma non appena accennò

> ad aprire il fuoco con le sole mitragliatrici per una raffica di

> centraggio, il velivolo inglese con una repentina picchiata, sparì nel

> buio, nonostante il velivolo italiano tentasse di seguirlo. Volando ad

> una quota più bassa, dopo circa due minuti il pilota scorse un altro

> bombardiere , in volo sopra di lui, che si stagliava nel cielo scuro

> al chiarore della luna piena, anch’esso in volo a 500 metri di quota.

> Era un quadrimotore Lancaster. La prima raffica di centraggio fece

> perdere al capitano Ammannato il vantaggio della sorpresa, come

> nell’attacco precedente. L’equipaggio dei quadrimotore inglese, allarmato dalle traccianti, risponde al fuoco.

> > Saetta 1 si disimpegnò con una scivolata d’ala per riposizionarsi

> immediatamente dal punto dal quale aveva aperto il fuoco e non farsi

> individuare. Il capitano Ammannato guadagnò quota e si riposizionò in

> coda al Lancaster. Sparò una seconda raffica e poi una terza con i

> quattro cannoncini da 20 millimetri e le quattro mitragliatrici da

> 7,9\. Il bombardiere fu colpito. Uno dei motori di destra fu messo

> fuori uso, l’altro era in fiamme. Il quadrimotore iniziò a perdere

> quota , poi lentamente, puntò verso terra, precipitando lungo il greto

> del fiume Ticino, nei pressi di Vigevano. Le urla di gioia

> dell’equipaggio si confusero con il rombo dei motori del Do.217, lanciato all’inseguimento di altri incursori.

> La missione si concluse felicemente con l’atterraggio di Saetta 1 a

> Lonate Pozzolo, nel buio più assoluto. L’avvicinamento era

> strumentale, guidato prima dai dati forniti dai radiofari di Turbino e

> di Casorate Sempione e poi dal famoso camion “dovunque”, dotato di

> stazione radiotrasmittente. In finale, piccole lampadine da 24 volt,

> poste a bordo pista indirizzavano il velivolo a terra. L’ordine via

> radio era “venite a dormire”, ma il capitano Ammannato non contento si

> fece condurre in macchina verso il luogo dove l’avversario era precipitato"

> > -----Messaggio originale-----

> Da: Andrea Thum

> Inviato: lunedì 10 dicembre 2012 21:48

> A: Agostino Alberti; Diego Vezzoli; Stefano Daniele Merli; Pomi Fabio

> Oggetto: Re: ricostruzione aereo caduto a pieve albignola

> > Ciao,

> > il troncone di coda appartiene a un Lancaster. Ma quale?

> > La foto inserita nel pdf mi era ignota prima d'oggi.

> > Conosco, però, un'altra immagine dello stesso relitto, scattata da

> altra prospettiva, e dovrebbe provenire dall'Istituto Pavese per la

> Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Pavia.

> Un po' di tempo fa tentai di contattarli via mail, per verificare la

> cosa e, in caso affermativo, tentare di acquisire la foto con buona

> qualità (utile per verificare la presenza del serial ed eventuali note

> aggiunte alla stessa immagine). (questi Istituti hanno fondi con

> raccolte di immagini varie provenenti da tutte le parti d'Italia) Ma

> non ho mai ricevuto risposta alla mia richiesta.

> > Ago, tu hai qualche aggancio con gli "sgobboni" di Pavia?

> > Va comunque tenuto presente che questi Istituti hanno fondi con

> raccolte di immagini varie provenenti da tutte le parti d'Italia.

> > Tornando a quel relitto del Lanc.

> La butto lì...sospetto che si possa trattare di uno dei velivoli persi

> dal BC nel luglio del 1943, durante gli shuttle bombing effettuati

> contro le centrali elettriche del nord Italia.

> Sarebbe interessante chiedere lumi a Michele Becchi, che dovrebbe aver

> fatto uno studio su un Lancaster precipitato in provincia di Parma nel

> luglio 1943\. Qualcuno di voi ha rapporti diretti?

> > Andrea

>

>

> > ----- Original Message -----

> From: "Agostino Alberti"

> To: "Diego Vezzoli"Stefano

> Daniele Merli" "Andrea Thum"; "Pomi Fabio"

> Sent: Monday, December 10, 2012 6:43 PM

> Subject: ricostruzione aereo caduto a pieve albignola

>

> >> Ciao giovani,

>> Date un'occhiata a questo allegato.

>> Contiene informazioni utili per approfondire la vicenda del B-25 di

>> Pieve Albignola.

>

> >> C'è però un dettaglio che non torna:

>> La foto è quella di una torretta caudale di un aereo inglese:

>> Sembrerebbe un Lancaster o un Halifax (manca l'impenaggio verticale;

>> che sia andato "strappato" nell' impatto?).

>> Ma la foto venne poi davvero scattata a Pieve Albignola oppure l'han

>> raccattata su internet e sbattuta in allegato?

>> Sentirò in proposito il Sig. Bottacin.

>> Non c'era un Lancaster caduto dalle parti di Vigevano?

>

> >> Ago

>

> >

> >

> >> Egr. sig. Agostino Alberti, le mando l'articolo completo di come si

>> sono svolti i fatti il 20 ottobre 1944.

>> Tempo fa ho parlato con il partigiano Fasce Battista (ha 87 anni) che

>> mi ha raccontato la sua versione dei fatti che coincidono.

>> Spero che Lei ora sia soddisfatto, ringraziandola ancora Le porgo i

>> miei più cordiali saluti. Gaetano Bottacin

George A Creeth